Altri 5 pezzi che hanno fatto la storia del design
Torno oggi sul blog con un nuovo appuntamento con la rubrica “Icone del design”. L’idea quando ho scritto il primo post ad aprile era di scriverne uno al mese, ma purtroppo alle volte siamo chiamati a rivedere i piani.
Ma bando alle ciance. Veniamo al sodo.
Contro quello che pensavo, dati alla mano, nel mese di maggio il post con la #lista1 di 5 icone del design intramontabili è piaciuto moltissimo, per cui eccomi qui con un nuovo appuntamento.
Non è possibile che non tu non abbia mai visto questo uccellino. Questo pezzo di design che tutti leghiamo al nome dei coniugi Eames però non è stato disegnato dagli Eames.
Gli Eames, Charles e Ray, marito e moglie, lo avevo adottato lungo uno dei loro viaggi.
Da chi? Da Charles Perdew, un artigiano che lavorava il legno in quel dell’Illinois. La ribalta per questo pezzo della collezione privata degli Eames, nato con lo scopo di scacciare i corvi, è arrivata quando è stato inserito nello shooting delle sedie Wire Chair per Vitra (di cui parleremo in uno dei prossimi post della rubrica). Da lì l’amore verso questo pezzo diventato icona di design per caso ma curato nell’equilibrio di vuoti e pieni e nelle dimensioni è stao inarrestabile.
Un pezzo diventato cult che oggi produce e distribuisce Vitra.


Questo sgabello ha un bel pò di anni. E’ stato presentato per la prima volta nel 1933 e da allora rappresenta una pietra miliare nella storia del design scandivano. D’altronde la firma del designer non è una qualsiasi.
Alvar Aalto è infatti probabilmente, ad oggi, il più importante e conosciuto architetto finlandese della storia.

I suoi pezzi hanno contribuito a portare il design scandinavo a quello che è oggi, apportando modifiche alle tecniche di realizzazione ed all’approccio al progetto.
Lo sgabello E60 ne è un esempio. Le sue gambe curvate ad L sono l’emblema della maestria degli artigiani nordici a curvare il legno con il vapore o il calore (tecnica usata tuttora). Questo sgabello, dalla forma semplicissima, rimane a distanza di quasi 80 anni uno dei pezzi di design scandivano maggiormente conosciuto a livello mondiale.

Usato in una grande varietà di modi, dal comodino alla seduta in più in salotto fino alla cameretta, è impilabile e disponibile in svariati colori. E’ prodotto dal marchio Artek.
Sentiti pure libera/o di regalarmi una di queste sedie. La Superleggera 699 di Gio Ponti viene prodotta ininterrottamente da Cassina dal 1957. Un motivo ci sarà, no?

Caratteristica fondamentale di questo pezzo di design è certamente la sua leggerezza. Pesa solo 1.700 grammi, poggia su gambe a sezione triangolare di appena 18 mm e il suo schienale ad angolo ha rappresentato una grande innovazione. Lo spunto per questa sedia arriva però dalla tradizione italiana. Lo stesso architetto e designer dice di essere partito dalla tradizione della sedia ligure di Chiavari per arrivare a qualcosa di totalmente nuovo, innovativo.
La Superleggera 699 ha una struttura di legno di frassino naturale, tinto ebano o laccato (bianco o bianco e nero) e la seduta in canna d’india intrecciata. Un pezzo senza tempo di ineguagliabile raffinatezza.

Porta la firma del duo Achille Castiglioni & Pio Manzù questa lampada datata 1971. Il duo è di quelli insoliti. Da una parte una firma già assai nota nel mondo del design dell’illuminotecnica, dall’altra un nome legato alla Fiat e dunque al design automobilistico. Il risultato è una lampada attualissima ancora oggi, di grande impatto visivo, versatile e dal prezzo non inaccessibile.

La particolarità di questa lampada è decisamente ciò che non è.
Non è una lampada da terra ma non è neanche una da soffitto.
E’ entrambe e nessuna.
Essenziale nella forma grazie al suo cavo d’acciaio terra/soffitto che rimane teso con l’uso di un peso alla base, è caratterizzata da un tubo metallico a forma di parentesi che da il là al nome del pezzo. Questo pezzo metallico può essere spostato in alto, in basso e ruotato attorno all’asse verticale, facendo diventare Parentesi ciò di cui hai bisogno e riuscendo ad essere facilmente inseribile in qualsiasi spazio di casa.
Dall’ingresso alla camera da letto.

La firma di questa lampada è un’altra di quelle che non ha bisogno di presentazioni. L’architetto e designer milanese è stato insieme ad altre famose firme del suo tempo (vedi Gio Ponti ad esempio) tra i maggiori esponenti di un periodo florido per l’architettura ed il design italiano.
Con la lampada Atollo, realizzata nel 1977, ha rivoluzionato i vecchi canoni del della classica abat-jour e vinto 2 anni dopo il Compasso d’Oro.

Questa lampada è costituita da tre pezzi geometrici, calibrati e sovrapposti: un cilindro, un cono ed una semisfera. Ed il risultato è che a distanza di quasi 45 anni questa lampada è ancora moderna, perfettamente inseribile in contesti contemporanei e difficilmente superata in eleganza e bellezza.
E’ disponibile in due diversi materiali per la calotta, alluminio laccato o vetro opalino. La differenza sostanziale tra i due è nella diffusione della luce e dunque nel mood che si crea nell’ambiente in cui è inserita. Bellissima la versione oro.


E con Atollo finisce la selezione di oggi.
Ti aspetto alla prossima lista con la Rubrica Icone del Design.
Vittoria
Foto in evidenza di Cassina.
10 comments
Complimenti per la selezione…finalmente ho deciso la lampada per il living….Parentesi! Grazie per l’ispirazione.
Ciao Stefania! Felice che ti sia piaciuta la selezione e concordo: Parentesi è una lampada bellissima!
…che oggetti fantastici…non li conoscevo, ed è sempre interessante imparare qualcosa di nuovo
Grazie Francesca, come non darti ragione. Io sono iper curiosa, su ogni cosa.
Uno più bello dell’altro. Davvero intramontabili. Se hai uno di questi pezzi in casa lo senti ormai come uno di famiglia. Lo sgabello di Artek poi (e il suo papà Alvar Aalto) sono sempre nel mio cuore.
Alvar Aalto una istituzione!
Ti faccio i miei complimenti sinceri perchè sei veramente brava a condividere con noi la tua passione per l’interior design
Grazie Rosanna, sono felice che questa passione traspaia!
bella questa curiositá sull´uccellino Eames per scacciare i corvi! Come semnpre le tue foto sono ben selezionate e contundenti! Brava Vittoria!
Grazie Giordana! Sì in effetti la storia del Bird House Eames è davvero affascinante.